venerdì 22 gennaio 2010

Obbiettivi di Programma

Premessa
La dichiarazione di Madrid mette in evidenza alcuni basilari concetti:

- abbandonare l’idea che le persone disabili vadano trattate con compassione e prendere coscienza dei disabili come persone aventi diritti;

- abbandonare l’idea di disabili come ammalati e prendere coscienza degli stessi come cittadini indipendenti e consumatori;

- prendere coscienza delle decisioni e delle responsabilità degli stessi disabili per le questioni che li riguardano;

- abbandonare l’attenzione ai deficit individuali e prendere coscienza dell’eliminazione delle barriere, della creazione di norme sociali e politiche, e dell’accessibilità alla cultura e all’ambiente circostante;

- abbandonare l’abitudine di etichettare le persone disabili come dipendenti, incapaci di lavorare e prendere coscienza delle loro capacità e fornire loro i mezzi di sostegno appropriati;

- abbandonare la convinzione che le scelte politiche ed economiche siano concepite per il beneficio di pochi e prendere coscienza di un mondo flessibile disegnato ad uso di tutti;

- abbandonare le segregazioni inutili nell’ambito educativo, lavorativo e nelle altre sfere della vita e prendere coscienza dell’integrazione delle persone con disabilità nelle strutture normali;

- abbandonare la convinzione che la politica per le persone disabili non ci riguardi o che sia materia di competenza di un solo ministero e collaborare per farla diventare parte integrante dei normodotati e responsabilità di tutto il governo.

Rispettando e mettendo in pratica queste brevi, ma basilari indicazioni, mi pare chiaro che l’approccio con il mondo della persona disabile potrà risultare più comprensibile in quanto, come accade in tutti gli ambiti della società, le stesse , formano un gruppo molto diversificato.
Disabili aventi necessità complesse, a volte di grave dipendenza, e le loro famiglie, richiedono maggiori azioni specifiche da parte della società, mentre spesso sono le categorie più trascurate.
Parimenti le donne con disabilità e disabili appartenenti a gruppi di minoranze etniche devono affrontare spesso una duplice discriminazione, derivante dall’interazione tra quella dovuta alla disabilità e quella suscitata dal sesso o dall’origine etnica.

Questi casi rappresentano solo una parte del variegato e complesso pianeta dell’handicap.


Obbiettivi concreti da realizzare

Dunque, ritengo che:

- occorre a questo punto promuovere una legislazione anti-discriminatoria, affinché siano eliminati gli ostacoli esistenti che le persone disabili incontrano nell’ambito della scuola, del lavoro e nell’accesso ai beni e ai servizi e la partecipazione attiva sia della società che delle persone disabili nell’affermare i propri diritti;

- occorre un maggiore sostegno alle famiglie con portatori di handicap, in quanto esse hanno un ruolo fondamentale nella educazione e nell’inserimento sociale dei disabili;

- occorre combattere combinando misure di integrazione e di azione positiva, la dove la discriminazione della donna (tanto più se è disabile), è da considerare un problema.
- occorre infine, promuovere opportunità di scambio la dove non vi fosse la possibilità di farlo, fra i disabili, le loro famiglie, i loro rappresentanti e le associazioni, al fine di stabilire un obiettivo politico e sociale nuovo ed esteso a tutti i livelli, per coinvolgere i governi ed impegnarli a prendere decisioni mirate all’uguaglianza e all’integrazione.

Nell’unione Europea vivono 38 milioni di persone in situazione di disabilità, pari ad una persona su dieci, in Italia, le persone che convivono con forme di disabilità sono circa tre milioni e costituiscono circa il 3-4% della popolazione.

Il Piemonte, come tutte le altre regioni, come e dove si pone?

Qual è la situazione attuale? Conosciamo quali e quanti?